NEL 1985, QUESTA ANTICA FATTORIA RESTAURATA HA RICEVUTO IL PREMIO NEUCHÂTELOIS DELLA PROTEZIONE DEL PATRIMONIO.
IL PASSATO AL PRESENTE
Quando l'architettura si coniuga con il passato contemporaneo, o come gettare un ponte su tre secoli e mezzo di storia.
Tra la "bella camera" originaria e il soggiorno moderno installato nell'antica stalla, c'è solo una semplice porta di legno. E un balzo di trecentocinquanta anni. Ma non il minimo shock: solo la vita che continua, nel dolce ondulamento di questo estremo nord del Val-de-Ruz.
È una fattoria giurassiana, come ce ne sono ancora alcune nella regione. Costruita nel 1652, era appartenuta, per tutto il secolo scorso, alla stessa famiglia di modesti contadini, i Scheidegger. Alla morte del padre, negli anni sessanta, la madre e la figlia continuarono a viverci come nel secolo scorso, con giusto l'elettricità e l'acqua che dovevano essere prelevate dalla cisterna. La minuscola parte abitabile consisteva in tutto e per tutto nel focolare (la cucina), nella "bella camera" in cui si entrava solo nei giorni di festa, e, sopra, in una piccola stanza: la "camera del nonno", a cui si accedeva tramite una botola arrampicandosi sul forno. Tutto il resto era la stalla e il fienile, vuoti. La casa fu abbandonata a metà degli anni settanta quando, dopo la morte della madre, la figlia dovette essere collocata in una casa di cura.
Per dieci anni Henri e Paule Schneider avevano perlustrato la regione in cerca di una fattoria da ristrutturare, dovevano aver passato dieci volte accanto a questa rovina: muri screpolati, tetto pronto a crollare, travi marce... Cosa li spinge, quel giorno d'estate del 1979, a dare un'occhiata all'interno? E lì, in quello che resta della cucina, sostenendo un focolare annerito dove troneggia, ridicolo, un piccolo forno a legna, si fermano davanti alla colonna: una meraviglia di colonna d'angolo in pietra squadrata, scolpita, intatta, bella come al primo giorno, che sostiene un camino con travi diritte. Comprano la colonna... con la rovina intorno. Non senza aver dovuto, prima, disinteressare un promotore che progettava di installarvi appartamenti per vacanze. Prezzo d'acquisto: 50.000 franchi. Di conseguenza, il Heimatschutz entra in scena e classifica immediatamente la facciata. Per il resto... inizia allora per i valorosi proprietari un'avventura simile a quella raccontata da Katharina von Arx in La mia follia Romainmôtier.
Henri Schneider, ingegnere ETS nell'orologeria, e sua moglie Paule - "nessuna formazione ma passioni" - lavoreranno con artigiani della regione, riscoprendo tecniche, riapprendendo gesti tradizionali, trasformandosi, weekend dopo weekend, in operai, muratori, falegnami, disegnatori, storici. Primo obiettivo: il grosso lavoro. Jean-Louis Geiser, falegname a La Ferrière, realizza la nuova struttura, calcolata secondo gli standard moderni ma utilizzando le tecniche dell'antica costruzione: sei colonne, travi in tronchi di abete tagliati su due lati, travi e montanti regolati e fissati con perni di legno. I 305 m² di copertura saranno coperti, come in origine, con scandole di legno di 66 cm di lunghezza, tagliate da abete bianco che Henri Schneider è andato a scegliere nel bosco insieme a Denis Sauser, di La Chaux-du-Milieu, uno degli ultimi specialisti di quest'arte (ha ricevuto nel 1981 il Premio del Heimatschutz).
La facciata, che mostra orgogliosamente la data del 1652 sul portale, costituiva da sola un libro di architettura e storia: la splendida finestra a croce della bella camera, aperta nel 1673, era stata murata in un'epoca in cui l'importo delle tasse era fissato in base al numero di finestre circondate da pietra! Sarà restaurata. Sul lato est, il portico, la copertura del forno per il pane e la costruzione della camera del nonno, al primo piano, risalgono al XVIII secolo. E da...
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No data2615 Sonvilier (BE)